Ci sono tre parole per definire la tua casa?
Faro. Luce. Prua.

Ti rifai sempre il letto?
Tendenzialmente sì, ma vedere il letto sfatto non mi turba; mi dà un senso di attesa, di un arrivederci. 

Cosa osservi dalla finestra?
Le chiome delle piante, la piazza con i tram che si fermano alla fermata, i tetti lontani.

Chi non inviteresti mai?
Persone a cui non ho niente da dire. O viceversa.

Cosa noti nelle case degli altri?
I libri (per questo li metto capovolti a casa mia)

Hai un nascondiglio segreto
Certo.

Quale animale non domestico vorresti tenere in casa?
Un pettirosso. O uno scoiattolo? O forse un piccolo dinosauro?

Di cosa parli in ascensore?
Mi guardo le punte delle scarpe, come tutti.

Che scusa trovi per non uscire?
“Scusa, ma ho delle cose da sbrigare a casa”.

Scarpe, ciabatte o piedi scalzi?
Piedi scalzi.

Quale accessorio per la casa non compreresti mai?
L’asciugatrice.

Da quanto tempo non pulisci la cucina?
Da poco, credo.

Casa nel caos e arrivano ospiti inattesi. Che fai?
Mi scuso il giusto, né troppo, né troppo poco.

La cucina è fatta solo per cucinare?
No, per tenere unite le persone fra i profumi, le scodelle e i bicchieri e il luogo dove passare ore a cercare il cavatappi.

Cosa scriveresti sul citofono al posto del cognome?
“Umano meraviglioso” (cit.).

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