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Un osservatorio che vuole proiettare spazi possibili, lontani dalla capacità di identificare in una montagna un cumulo di scarti.

La geografia di un piccolo borgo è stata modificata con l’impossibilità di vedere quello che prima rappresentava l’identità. Ha generato paesaggi non più visibili ad occhio nudo ma persi in un ricordo, incorniciato in un oracolo.

Gli abitanti, per la maggior parte Veneti ed Emiliani scesi negli anni trenta per la promessa di una propaganda, oggi si ritrovano a convivere con un’ossessione. Vivono separati da appezzamenti di terra non coltivabili, disposti a costringere il loro habitat in una camera vuota lontano dalla storia che con il tempo ha generato devastazione sociale e ambientale. 

Gabriele Rossi

A cura di

Gabriele Rossi
Gabriele Rossi è nato a Latina nel 1979. Vive e lavora a Roma. La sua ricerca fotografica indaga sugli elementi che generano il mutamento del tessuto urbano e sociale, in particolare sui fenomeni che attivano una crisi immediata e producono nuove identità. Gabriele ha frequentato dal 2005/07 un corso biennale di fotografia presso l’ISFCI di Roma e nel 2007 un master in “Photography and Visual Design” presso NABA/FORMA a Milano. Successivamente è entrato a far parte dell’agenzia fotografica Contrasto con la quale ha collaborato per cinque anni. Lontano dall’estetica fotogiornalistica preferisce non definirsi fotografo freelance.

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